Colosi F.
Doclea Municipio romano impianto urbano ricerca multidisciplinare
La città di Doclea si estende su un vasto pianoro delimitato dai fiumi Zeta e Mora?a e dal torrente ?iralija. La città è dominata da tre aride colline sulle quali, fin dall'età del Bronzo, si costruirono opere di fortificazione per il controllo delle valli fluviali. Il centro urbano è stato oggetto di studi e ricerche a partire dalla fine dell'Ottocento da parte dalla missione russa di P. Rovinsky (1890-1892) e da quella inglese di J.A.R. Munro (1893). I risultati delle ricerche condotte dall'istriano Piero Sticotti nei primi anni del '900 (1902, 1907) rappresentano ancora oggi la principale fonte di informazioni sul sito. La pubblicazione di Sticotti riveste particolare valore dal momento che negli anni '50 del secolo scorso venne costruita la ferrovia da Podgorica a Nik?ic, che attraversa il sito tagliandolo a metà. Doclea, fondata dopo il 35 a.C. con la vittoria definitiva di Augusto sui Docleati, ebbe uno sviluppo urbano importante sotto i Flavi quando ottenne lo status di municipium. Le ricerche di fine '800 hanno permesso di individuare l'area pubblica della città, composta da un foro di forma quadrangolare fiancheggiato da una basilica sul lato ovest, da un vasto complesso termale, da due templi e da un'importante residenza destinata, probabilmente, a un personaggio pubblico di rango. Gli edifici si affacciano tutti sul decumano massimo, che si distingue per una notevole ampiezza e monumentalità. In anni recenti nuove indagini archeologiche sono state avviate dal "Museums and Galleries di Podgorica" sul complesso architettonico del Capitolium (2005, 2009) e da quel momento l'attività di scavo sul sito da parte delle istituzioni montenegrine è proseguita con una certa regolarità. In questo contesto si inserisce l'attività del gruppo di ricerca italo-montenegrino composto da studiosi del CNR-ISPC e dall'Istituto Storico del Montenegro. Il team internazionale ha formulato una prima ipotesi sull'organizzazione urbanistica della città e dei quartieri residenziali, proponendo una maglia regolare di isolati quadrati di m 59x59 nel settore meridionale della città, mentre nel settore orientale l'impianto urbano sembra organizzarsi in partizioni più ampie di m 75 per lato (2 actus). Tra la fine del III e il IV sec. d.C. la città fu caratterizzata da una nuova attività edilizia. Gli edifici pubblici e privati furono soggetti ad ampliamenti e trasformazioni d'uso e parte dei settori stradali, pur mantenendo lo stesso orientamento, vennero occupati da nuove costruzioni. L'ultimo periodo di vita di Doclea è legato al momento in cui divenne sede vescovile e vennero costruiti gli edifici di culto cristiano nel settore est. Gli scavi di Munro portarono alla luce tre edifici, e cioè due basiliche e una chiesa cruciforme. È stata ipotizzata la quasi contemporaneità di vita nel VI sec. d.C. per le basiliche mentre il ritrovamento di un'architrave con l'iscrizione di Ausonia diaconissa, permette di datare l'edificio cruciforme al IX sec. d.C. documentando, quindi, la frequentazione di Doclea ben oltre gli attacchi di Avari e Slavi all'inizio del VII sec. d.C.
Source: Archeologia italiana in Montenegro. Storia e prospettive di una cooperazione scientifica, edited by Sfameni C.; Koprovica T., pp. 149–169. Roma: Edizioni CNR, 2020
Publisher: Edizioni CNR, Roma, ITA
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